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50 IL TORRISMONDO

Quella è più saggia, che saper men crede,
E della madre sua canuta il senno
Molto prepone al giovenil consiglio
Nel misurar le cose; io pur frattanto
Oserò dir quel ch’ascoltai parlando.
La compagnia dell’uom più lieve alquanto
Può far la noja, e può temprar l’affanno,
Onde la vita femminile è grave.
Ma se in alcune cose ella n’alleggia,
Più ne preme nell’altre, e quasi atterra;
E maggior peso alla consorte aggiunge,
Che non le toglie in sofferendo; ed anco
Molto stimar si può difficil soma
Il voler del marito, anzi l’impero,
Qualunque egli pur sia, severo, o dolce.
Or non è ella assai gravosa cura
Quella de’ figli? all’infelice madre
Non pajon gravi alla più algente bruma
Lor notturni viaggi, e i passi Sparsi;
Ed ogni error, ch’i peregrini intrica,
La povertà, l’esiglio, e gli altri rischi,
E le pallide morti, e i lunghi morbi,
Fianchi, stomachi, febbri, e, s’odo il vero,
La gravidanza ancora è grave pondo,
E lungo pondo, e doloroso il parto;
Sicch’il figliuol, ch’è delle nozze il frutto,
È frutto al padre, ed alla madre è peso,
Peso anzi il nascer grave, e poi nascendo:
Nè poi nato è leggiero; e pur di questo,
Di cui la vita verginale è scarca,
Il matrimonio più n’aggrava, e ’ngombra.
Che dirò, s’egli avvien che sian discordi
Il marito e la moglie, o se la donna