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nume potrebbe pagare anche centomila dottori, che per Balbina sarebbe lo stesso.

E accorgendosi che il marito stava per essere preso da uno de' suoi accessi di furore bestiale, ella, nel cieco coraggio della paura, gli lanciò contro la frase che doveva annichilirlo:

— Non pigliartela con me; io non ci ho colpa; ti giuro che non ci ho colpa.

Per un momento Giovanni rimase come para lizzato: poi, raccogliendosi tutto sulla persona tonda, si rotolò a guisa di palla sul corpo della moglie e, senza parlare, cominciò a tempestarla di pugni.

Clelia, raggomitolata al suolo, pensava a di fendersi la testa, lavorando di gomito. Quanto al resto del corpo, era talmente imbottito di grasso, che i pugni rimbalzavano senza nemmeno lasciare il segno.

Balbina aveva nascosto il viso tra le braccia e singhiozzava rumorosamente, mentre gli occhi, senza lacrime, seguivano accorti ogni gesto di Giovanni, il quale, dopo aver grandinato sua mo glie di percosse, lasciò cadérsi affranto sopra una seggiola e cominciò a gemere, portandosi le mani al cuore.

— Mi assassinano! Mi vogliono morto queste femmine!... Ahi! Ahi! il mio cuore! Sento che mi fa male.

Balbina aveva fatto assegnamento su tale crisi; ella sapeva che suo padre, essendosi cacciato in testa di essere gravemente ammalato al cuore, si credeva minacciato di sincope a ogni arrabbiatura.

Frattanto Clelia si era alzata dal pavimento come se nulla fosse accaduto e si avvicinò al marito, offrendogli da bere.