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— possessore di un simile ben di Dio, avrebbe ealpestato, senza scrupoli nè rimorsi, l'intero ge nere umano.

Egli rispose dunque in tono remissivo, con riso di pietà compunta all'indirizzo di sè stesso:

— Cosa posso voler da lei, signor Germano Rosemberg? Nessuno può voler niente da lei, perchè lei non deve dar niente a nessuno.

— Allora, marche! — impose il giovane, e stese il braccio per rendere anche più energico il comando militaresco.

Giovanni non chiedeva di meglio che andar sene; ma, visto che Balbina non si muoveva e visto che egli doveva in qualche modo sfogare la propria stizza, lasciò cadere un poderoso man rovescio sulla gota della figliuola.

Balbina non si lamentò, nè protestò, limitan dosi a comprimere con una mano la gota per cossa; ma, allontanandosi in mezzo ai genitori, disse a Flora con accento esageratamente pacato:

— Metti in conto anche lo schiaffo di oggi, Flora, e vedrai che ti pagherò.

Germano cominciò a scherzare, perchè si dis sipasse la nube oscurante il viso della giovanetta.

— Crepano di rabbia, sai! Vorrebbero che id sposassi quel tizzone ardente della figlia loro, e masticano veleno sapendo bene che io sposerò te.

Flora lo guardò coi dolci occhi, ridiventati già limpidi.

— Tu mi sposerai, Germano? — Certo! E perchè non dovrei sposarti? — esclamò il giovane con accento quasi di cruccio per l'interrogazione dubitativa di lei. - Perchè tu sei ricco, tanto ricco! — ella rispose molto seria, sollevando i lembi del grem-