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— Vuoi camminare un poco? — chiese Ger mano.

— Sì, voglio camminare un poco — ella ri spose, provando piacere a ripetere le parole stesse di lui.

— Dove andiamo? — Dove vuoi. — Allora nel bosco? — Sì, nel bosco. E poiché il sole era cocente e dovevano at traversare un'ampia spianata, Germano si tolse il cappello e lo posò, ridendo, sulla testa di Flora, la quale, col suo vestitino di batista bianca a piccoli punti neri, col grembialino nero, da edu canda, allacciato intorno alla vita sottile, somi gliava a una bimba troppo precocemente cre sciuta in altezza. I due giovani, attraversato il campo, dove i solchi erano ispidi per gli steli recisi, e varcato il sentiero, presso l'orlo di cui i covoni già si ammucchiavano a formare le biche, entrarono fi nalmente nella frescura del piccolo bosco. Essi non erano turbati da nessun desiderio scomposto. La fanciulla ignorava il male e, quanto a Germano, egli dal giorno in cui, durante la brutalità di un'avventura passeggera, il suo pen siero era volato a Flora, sovrapponendo, nello scompiglio dei sensi, la pura immagine diletta alla donna reale che rideva, di un riso ebete nelle sue braccia, aveva provato una ribellione irosa contro se stesso. Fu dunque con gesto tutto buono che egli le mise il braccio intorno alla vita, mentre Flora camminava silenziosa al suo fianco, limitandosi a