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a quell'ora, doveva essere accaduta a casa sua; ma il volto di Giorgio le apparve così terribile nell'ira, che ella si rimise a camminare per Sfug gire all'ossessione di simile spettacolo terrificante. A quale partito appigliarsi? Il pensiero di tor nare a casa la sconvolgeva di paura. Pensò di recarsi, come aveva eletto, a prendere Balbina. Forse, in presenza di estranei, suo marito si sa rebbe contenuto ed ella, per il momento, non aspi rava ad altro che ad allontanare lo scoppio della catastrofe.

Si diresse a via Torino, dove i Rosemberg' avevano dimora, e spinse con mano tremante il bottone del campanello.

Se i Rosemberg fossero già usciti, il fatto avrebbe assunto per essa le proporzioni di un disastro; ma Germano, col cappello in testa, le venne ad aprire.

— Balbina è in casa? — ella domandò. — Certamente, favorisca — Germano rispose;, ed appena ella ebbe varcata la soglia, chiuse la porta, togliendosi il cappello, che depose sopra una seggiola. — Si accomodi in salotto — egli disse, intro ducendola in una stanza disadorna e abbando nata, perchè i Rosemberg non avevano relazioni e non ricevevano nessuno. — Ho pensato di venire io stessa a prendere Balbina — spiegò Flora, rimanendo in piedi e stringendosi nella giacca per il gelo di quella stanza tetra, dove il sole non batteva mai. — Lei è stata molto gentile; ma il pranzo è per le sette ed abbiamo ancora del tempo da vanti a noi.

— Balbina ha detto che preferisce di venire