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rigira, la società si muove sempre sullo stesso pernio e le assi si ritrovano sempre al medesimo punto.
Egli dunque stava col governo e per il governo. — Se il governo che, per logica di cose, si trova sopra un campanile, mi grida di lassù di volgere a destra, perchè io, che cammino in basso, dovrei volgere a sinistra? Sarebbe ostinazione, sarebbe sciocchezza, e le sciocchezze si pagano, come di giusto. Il cavalier Frezzati avrebbe avuto molte cose da opporre al ragionamento del cavaliere, essendo egli molto proclive alla censura. — Chi fa falla — egli soleva dire, — e il governo, alla fine dei conti, è formato di esseri a nostra immagine e somiglianza — ma la divisa insegna a ubbidire, non a discutere, e quantunque il co lonnello avesse deposto la divisa da molti anni, si sentiva in obbligo di mostrarsi solidale con l'esercito, che è il braccio del potere esecutivo. Germano ascoltava con deferenza. Egli leggeva pochissimo i giornali e, in fondo, se ne rideva della politica; ma l'essere terzo fra il senno di un ragguardevole funzionario e di un colonnello in ritiro, lusingava il suo amor proprio di signo rotto campagnolo, dal cervello piuttosto ottuso e dalle idee piuttosto limitate. Annuiva con molta cautela per non apparire supino e con qualche restrizione per lasciar credere di vederci chiaro nelle acque torbide della politica, senza per questo nascondere quanta profonda ammirazione susci tassero in lui le opinioni ben determinate del ca valiere. Dove non si trovarono affatto d'accordo fu quando il discorso cadde sull'enormità delle tasse.