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il nome di Flora, si convinse della giustezza dei suoi sospetti dalla cura estrema che Germano po neva ad evitare quel nome.
Pochi giorni dopo essersi stabilita a Roma, ella disse tranquillamente a suo marito:
— Sai? Ho saputo dove abita Flora. Voglio andare domani a trovarla con Reginetta. Sono certa che mi farà buona accoglienza. Dopo tutto siamo state amiche.
Se un dubbio poteva restarle ancora, esso fu dissipato dal viso sconvolto di Germano, il quale si affrettò a prevenire Flora della visita proget tata, supplicandola ad accogliere sua moglie con ogni possibile riguardo.
Per tutta la mattina Flora rimase dominata da un'agitazione terribile; ma, all'atto pratico, l'inter vista non ebbe nulla di spaventoso.
Flora anzi provò un senso di stupore nel tro vare in Balbina una brava e placida signora, di bonarietà perfetta nelle maniere. Neppure l'om bra della goffaggine o della pretenziosità di un tempo nel suo abbigliamento. Si comprendeva a vista d'occhio che Balbina era una donna di buon senso, la quale, sapendo di non poter aspirare all'eleganza, data la forma tozza della persona e la consuetudine della vita campestre, voleva non dimeno che il suo esteriore fosse amabilmente decoroso, quale imponeva la condizione agiatis sima dei Rosemberg.
Il vestito di panno nero, foderato di seta, era di taglio ottimo: di vera martora il colletto; il cappello di velluto, posato senza alcuna civetteria sulla massa dei capelli fulvi, era modesto nella forma, quantunque costoso per le applicazioni di acciaio e la ricchezza dei suoi nastri. Alle orec-