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occhi chini, perchè la gente non potesse leggerle in volto il suo secreto.

Ma da tutta la persona di lei emanava un tale fascino di passione, che molti si arrestavano a se guire con occhio desioso quella esile figurina ve stita di scuro, di cui la chioma fulgente brillava tra il velo fitto del cappello e che faceva risuonar sul selciato 1' urto secco dei suoi passettini fitti e minuti.

Germano la presentiva da lungi. Le cartoline di Balbina si susseguivano tem pestate di eloquenti punti interrogativi, e l'ultima domandava ironicamente se il panorama di Pa lermo è bello veduto dalla cupola di San Pietro. Germano riconosceva la necessità di partire senza altre dilazioni; ma Flora appariva, general mente dalla ripida discesa di via degli Artisti, e il sangue gli dava un tuffo, le tempie comincia vano a battergli furiosamente. Non aveva provato mai nulla di simile nelle sue frequenti avventure amorose di signorotto sfaccendato. Flora lo ammaliava; ogni gesto di lei era un incanto; un portento ogni sospiro. Bastava un moto del suo dito mignolo, perchè egli fosse sbal zato fuori di ogni proposito e Balbina, Reginetta, la villa, il mondo, l'universo s'inabissassero nel mare dell'oblio. Non una parola meno che pura usciva dalle labbra di lei, ogni posa era pudica, di una pudi cizia scontrosa, quasi selvaggia, eppure un odore di peccato esalava dai suoi capelli e da ogni poro della sua cute. Quando ella, incrociate le braccia sul petto, sol levava il gomito sinistro per nascondersi il volto, o quando, intrecciati i piccoli piedi, gettata in-