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scere che essi erano logici, collegati fra loro, in formati tutti a un concetto unico di migliora mento generale.

Quando si accorse di essere abbastanza forte, Balbina fece inopinatamente a Germano una scena tremenda di gelosia, per avergli trovato nel fondo di un tiretto le lettere di Flora.

Pianse, imprecò, tempestò e finì col chiudersi nella propria camera, di dove non volle uscire per tutto il giorno.

Reginetta urlava, la cuoca non poteva amma nire il pranzo, perchè la signora teneva con sè il mazzo delle chiavi; nella vasta cantina, dove si vendemmiava a quell'epoca, i contadini rimane vano incerti, perchè la padrona li aveva abituati a una disciplina soldatesca. L'andamento della casa rimaneva sospeso, e Germano, intontito, disorien tato, si recava a picchiare alla porta della camera in cui Balbina si teneva imprigionata. Al di là della porta chiusa, ella rispondeva una sola frase alle suppliche del marito:

— Voglio quelle lettere. Esse le furono date e da allora Balbina aveva assunto un contegno di tranquilla superiorità sopra Germano, il quale aveva finito con lo stimarla molto e col temerla anche di più. La lettera fredda di lei era caduta dunque come una pioggia di cenere sopra gli ardori della sua passione, ed ogni giorno egli si proponeva in maniera definitiva di partire la sera stessa; ma ogni giorno Flora gli strappava promessa formale di trattenersi ancora, di non rubarle così violen temente la sua porzione di felicità. Ella era divorata da una fiamma sempre più viva.