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II.

L'indomani Flora scrisse a sua madre una lettera appassionata, e la risposta giunse, a volta di corriere, chiusa entro una busta di grande formato abbondantemente listata a lutto e scritta sopra un foglio di cui i neri margini contrasta vano col colore azzurro dell'inchiostro e col pro fumo acuto di verbena.

«Io avevo sedici anni — così la lettera esordiva — allorché tuo padre, il mio compagno di letto, alla cui memoria tributo oggi lacrime e fiori, mi udì cantare la parte di paggio nel Faust di Gounod. Tuo padre mi amò, io lo amai; egli m'offerse la sua mano e io scesi dal mio piedestallo di artista e giurai fede all'uomo prescelto dal mio cuore. Tu nascesti dal nostro amore, tu fosti il sorriso e l'orgoglio della nostra unione, tu, mia Flora adorata, che porti nel nome il pro fumo della tua giovinezza».

Flora, leggendo quelle righe con occhi bagnati di pianto non pensava certo a domandarsi come