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Per mutare discorso parlarono del dottor Giani.

Cosa faceva il dottor Giani? Invecchiava, natu ralmente; ma, invecchiando, non diveniva più calmo.

Durante l'ultima quaresima un predicatore in tollerante aveva scagliato, dal pulpito della chiesa parrocchiale, vituperi di ogni genere contro il li beralismo e il dottore, nel bel mezzo di un ser mone più furibondo degli altri, aveva cominciato a lanciare insulti all'idrofobo predicatore; e poiché il frate, spenzolante col busto fuori del pulpito, aveva gridato: «Fedeli, cacciate dal tempio que sto pubblicano» il dottore era salito in piedi sopra un banco e, con la piccola, tozza persona piantata sulle gambe solidamente inarcate, aveva chiamato buffone quel focoso servo del .Signore.

Una risata lunga e argentina squillò nel silenzio. Oh! Flora vedeva la piccola persona del dottore agitarsi in piedi sopra un banco della chiesa!

Quel buon dottore! Non le aveva più scritto, non aveva più voluto saperne di lei; ma ella gli voleva ancora bene! E la risata argentina mori in un altro sospiro, e gli occhi azzurri si velarono di tristezza, mentre la fossetta cupa del mento s'increspava tuttavia nella contrazione del riso. Qualche cosa di vivo si agitò ed ebbe un bri vido nel petto di Germano. Egli cominciava a ri conoscere Flora, la sua Flora.

Il gorgheggio di quella voce, gli occhi azzurri così dolci, quel modo tanto particolare di tirar su lentamente il respiro come dal fondo del cuore, tutto egli cominciava a riconoscere, e il volto di lui assumeva un atteggiamento grave, quale di chi veda balenar nel fondo della propria memoria