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Mi pareva e non mi pareva — egli disse, ridendo di un riso aperto e giocondo. — Ma adesso l'ho riconosciuta benissimo. proprio lei.

— Già, sono proprio io - rispose Flora, che, dominato il primo attimo di stordimento, si sen tiva calma e padrona di sè.

--· Cosa viene a fare qui tra i morti, con que sta magnifica giornata? — egli domandò, scru tandola dal capo alle piante, forse per parago narla alla Flora di undici anni prima.

--: Cosa vengo a fare? — disse Flora, chinando il capo sotto lo sguardo intento di lui. — Non so bene. Esco tutti i giorni ed oggi sono venuta qui. Lei piuttosto come si trova a Roma?

Germano si strinse nelle spalle con gesto di noncuranza. A Roma egli ci veniva spessissimo per divertimento o per affari. Si hanno sempre tante faccende da sbrigare, e nello stesso tempo, si ama di rompere qualchevolta la monotonia della vita.

— Capisco — disse Flora, sempre a capo chino — ma intendevo domandarle come si trova in questo luogo — e sollevò la piccola mano guan tata di chiaro ad abbracciare col gesto il sacro recinto.

Egli esitò, poi confessò schiettamente. — Vuole che le dica la verità? Avevo pran zato e stavo tranquillamente fumando un sigaro, quando l'ho vista passare. Capirà — egli continuò sorridendo — ho provato una certa impressione, sebbene, lì per lì, dubitassi d'ingannarmi. Allora l'ho seguita in lontananza, e mi fa piacere, sì, debbo dirglielo, mi fa molto piacere di rivederla. Flora tracciava tanti piccoli geroglifici sulla ghiaia con la punta deH'ombrellino.