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schettieri, il Visconte dì Bragelonne, erano stati per lei altrettanti mondi sospesi nell'azzurro e po polati di esseri sovrumani, belli meravigliosamente.

La stanza deserta di Renato dava sopra un cortile silenzioso; e Flora, appena libera, correva a chiudersi in quella stanza, dove nessuno en trava mai. 11 cortile era pieno di sole durante i fugaci pomeriggi invernali; un canarino invisibile gorgheggiava senza posa; un ciufio di verde oscil lava presso il tetto e un suono di flauto giun geva fievole di lontano, quasi a richiamo di morte speranze.

Flora apriva il libro, divorando le pagine. La forza ingenua della sua fantasia trasfondeva intensa vita a quei personaggi, mentre la sua to tale ignoranza cronologica li collocava in un'at mosfera fluttuante, rendendoli simili alle figure sacre che il pittore rappresenta natanti fra cielo e terra, con la parte inferiore del corpo sommersa entro le nubi che si ammassano sotto e d'intorno. Flora viveva della loro vita e palpitava del palpito dei loro cuori. La quieta stanza si popo lava per lei di uomini belli e audaci, stretti negli smaglianti giustacuori, coi berretti piumati sulle chiome prolisse, col braccio sinistro inarcato sull'anca a sostenere il succinto mantello di vel luto. Il collo, eretto con atto di sfida, usciva da un'ampia arricciatura candida, e i baffi a punta schiaffeggiavano l'aria spavaldamente. Le donne, vestite di broccati, con lunghi veli scendenti dal capo sugli omeri, con le mani sottili uscenti da maniche a sbuffi, con la punta della scarpina ra sata affacciantesi appena dalle pieghe massicce delle gonne seriche, erano tutte belle, tutte inna morate, tutte infelici.