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Il secondo testimonio rimaneva assolutamente neutro nella disputa.
Egli, pure mangiando con voracità, deponeva, a ogni poco, la forchetta e il coltello sul piatto, si forbiva la bocca accuratamente col tovagliolo, si palpava in fretta il torace e tornava con foga raddoppiata alla propria bisogna.
Si sarebbe potuto credere trattarsi di un tic, ma'egli spiegò come, avendo sofferto di crudeli nevralgie allo stomaco, molti anni indietro, il me dico gli raccomandasse sempre di masticare il cibo accuratamente e d'introdurlo nell'esofago con molta lentezza. Ciò peraltro gli riusciva seccante, essendosi egli abituato fin da ragazzo a mangiare a precipizio; onde sopperiva all'inconveniente in tercalando i suoi pasti di brevi intervalli regolari.
Allora il discorso cadde sulle centomila ma lattie dello stomaco, e qui il colonnello Frezzati e il cavaliere Gualterio divennero gravi, trovan dosi d'accordo.
Il colonnello soffriva di una dilatazione e il ca valiere aveva la disgrazia di non digerire la carne suina, non fresca, nò salata, nemmeno arrosto e nemmeno in agrodolce; ma, rivolgendosi direttamente alla moglie, le disse gentilmente che gli altri di famiglia potevano, come di giusto, man giarne a sazietà.
Flora, simile a una comunicanda nella sua bianca veste, rispondeva con taciti, impacciati sorrisi alle parole del marito, mentre Adriana sbadigliava sempre più forte, scusandosi col dire che la ceri monia religiosa le aveva eccitati i nervi-.
Al dessert il colonnello fece un brindisi agli sposi; ma il brindisi essendo eccessivamente sol datesco, Giorgio si alzò in fretta e furia da ta-