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minuziosamente che la tela delle camicie fosse di vero filo e che i merletti non fossero eccessiva mente profusi. Anzitutto i merletti si sciupano, e poi una moglie onesta fion ha bisogno di artifici .per farsi amare dal marito!
Si sarebbe detto che il cavaliere nutrisse un rancore sordo per le eleganze raffinate dell'intimo abbigliamento femminile. Bastava che Adriana get tasse lo sguardo sopra camicie da notte a larghi colli ricamati e a larghe maniche fluttuanti, ta gliate ad arte per lasciare scoperte le rosee braccia nella negligenza del sonno; bastava che l'atten zione di lei fosse attratta dalla foggia nuova di mutandine trasparenti, strette al ginocchio, rigonfie nel giro delle anche, guernite di sottili nastri a colori serpeggianti tra il vaporoso sfumeggiar delle trine, o che ella si arrestasse ad osservare un paio di giarrettiere di raso bianco, con mazzi di nodi serici e fibbie di argento a guisa di ferma glio; bastava semplicemente che Adriana lodasse di sfuggita la stoffa o la tinta di un oggetto, perchè il cavaliere se ne allontanasse disgustato e serbasse un'ombra di fastidio diffusa per il volto assonnato.
I consigli di Anna Maria, invece, erano accolti con molta deferenza; anzi fu proprio lei ad esi gere che la sposa andasse in chiesa c al muni cipio, rivestita del tradizionale abito bianco, men tre il cavaliere avrebbe preferito che Flora si pre sentasse in costume da viaggio alla doppia ceri monia. Ma Anna Maria protestò. Nossignore, la sposa doveva uscire dall'appartamento del terzo piano, e salire all'appartamento del quarto, vestita di bianco; e, se esistesse un colore più bianco del bianco, il cavaliere farebbe benissimo a ser-