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sotto le spoglie di un uomo simpatico, di quieto carattere, di solida posizione. C'era da credere a un miracolo e i miracoli non si rinnovano.
Flora non aveva dote, non aveva istruzione. Possedeva i suoi vent'anni per tutta ricchézza, ed è questa una ricchezza che dura poco.
Vedendo che Flora non si lasciava convincere, Adriana menò il colpo decisivo.
Ella stava per rimaritarsi ed il matrimonio, che sarebbe avvenuto in breve, era per lei una imperiosa necessità. Gli anni giungono a volo e, cogli anni, arrivano gli acciacchi e le esigenze di una vita comoda. Adriana non possedeva nulla di suo; che cosa doveva fare? Le si era presen tata una occasione favorevole e 1' aveva afferrata con tutte due le mani.
Il nuovo marito sapeva che ella aveva una fi gliuola e sapeva anche che questa figliuola ella non l'avrebbe abbandonata a nessun costo; ma Flora si troverebbe umiliata in casa del padrigno e la situazione diventerebbe fastidiosa per tutti!
Il pensiero di convivere con un estraneo, di assidersi alla sua tavola, di obbligare la madre a sopportare, forse, rimbrotti per colpa sua, in cusse a Flora tale spavento che ella accettò di sposare il cavaliere Giorgio Gualterio.
Si era in agosto, e le nozze, per comune con senso, vennero fissate alla fine di settembre.
Adriana si sarebbe maritata pochi giorni dopo e avrebbe abbandonato l'appartamento di via delle Fiamme.