Pagina:Tartufari - Roveto ardente, Roma, Roux, 1905.djvu/217

l'altra signora, buon'anima, non credevo mai di vedermi entrare in casa una nuova padrona; ma il mondo è fatto per chi vive, non per chi muore, ed è giusto che il cavaliere pensi un pochette a spassarsela anche lui, dopo tanti anni di vedo vanza. Quanto a me, consegnerò subito le chiavi della dispensa alla signora, nel giorno stesso del matrimonio, com'è dovere, e rispetterò la signora più di una madre — e Anna Maria si mise a piangere rumorosamente, nascondendo la faccia nel grembiale.

— Va là, che sci una brava donna — le disse il cavaliere e, calmo, rasserenato, oramai comple tamente signore della situazione, si rivolse a Flora, scherzoso:

— Ebbene, signorina, si lasci almeno vincere dalle lacrime di Anna. Maria. Io intanto verrò domani a parlare con la sua mamma.

Adriana, non appena ebbe guardata in volto la figliuola, si accorse subito di quanto era acca duto. Prese Flora per mano e la trascinò nella propria stanza.

— Il cavaliere ha chiesto di sposarti, non è vero?

Flora affermò col capo e lacrime copiose co minciarono a grondarle sulle mani, ch'ella teneva abbandonate in grembo.

Adriana le parlò a lungo, assennatamente, af fettuosamente. Il matrimonio col cavaliere Gior gio Gualterio rappresentava per Flora una for tuna inaspettata.

I mariti sono rari ai tempi che corrono e, in talune circostanze speciali, diventano addirittura una chimera.

Ed ecco che la chimera si trasformava in realtà