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Sei divina - le disse Adriana allegramente c la spinse ridendo fuori di casa.
La giovanetta sali i gradini con passi leggeri. Le pareva di volare, e l'aria, entrando insieme alla luce dai finestroni spalancati sul pianerottolo, agitava i lembi della sua gonna rosata e le cioc che de' suoi capelli biondi.
Spinse, con furia, a più riprese, il bottone del -campanello, ed Anna Maria venne ad aprire, con le maniche rimboccate fin sopra il gomito e un grembialone turchino che le nascondeva l'intiera gonna.
— Siamo in faccende, Anna Maria? — do mandò Flora appena entrata.
— Cosa vuole? — rispose la donna — non si finisce mai con quel benedetto cavaliere. Oggi si tratta di preparare la conserva in bottiglie per l'inveriio, perchè il mio padrone non vuol saperne ·di avvelenarsi con la roba che si vende nelle bot teghe.
Flora andò anche lei nella cucina; una stanza lunga e rettangolare, splendente di nettezza, lu meggiata a dovizia da una finestra a loggetta, dipinta in rosso nella metà inferiore della parete, abbagliante di bianchezza nella metà superiore; con un lavandino di marmo somigliante alla va sca di un verziere, tanto era immacolato e ni tido, con un camino alto, a mattonelle di porcel lana, e un fornello, a gas, di cui gli ottoni pa revano oro.
Una batteria di casseruole in rame penzolava dall'alto; ma i rami stavano lì solo per lusso, per testimoniare dell'agiatezza di Giorgio Gualterio e della meticolosità di Anna Maria, giacché il cavaliere voleva digerire in pace, senza le preoc-