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IV.

Dopo la fuga dell'onorevole, la matassa si era arruffata maledettamente per alcuni mesi.

Penelope andava e veniva in tutte le ore del giorno, assumendo un tono sempre più arrogante al cospetto della contessa, che rimaneva in atteggiamento sempre più remissivo.

Camilla trascurava il servizio, trasandava la propria persona, sembrava affetta di sordità alle chiamate del campanello elettrico, e quando la signora si permetteva di alzar la voce, la came riera prendeva un tono di superiorità, offrendo alla signora i suoi quindici giorni e dichiarandosi prontissima ad andarsene appena la signora si fosse messa in regola coi salari arretrati.

Adriana non sapeva più dove battere il capo e scriveva numerose letterine sopra fogli di carta azzurra, ornati dello stemma gentilizio; ma tali misteriose letterine, che impostava da sè per evi tare di far sapere a chi fossero indirizzate, rima nevano il più delle volte senza risposta, o, se le