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contorni. Sentì nell'anima lo scoramento di un viaggiatore improvvido, il quale, mirando da lon tano una foresta e credendola densa di ombre, amabile di frescura, vi si cimenti fidente, senza nemmeno curarsi di scrutare il sentiero avanti di sé. Ma il viaggiatore si accorge che la foresta è piena d'insidie, che è popolata di mostri, e ri flette, troppo tardi, che egli non ha pensato a premunirsi contro le une, non ad agguerrirsi contro gii altri. Che fare? Ogni tentativo riusci rebbe vano, impari ogni lotta, e l'incauto si ab bandona accasciato nell'attesa del proprio destino.

No, Flora non avrebbe mai saputo lottare contro le asperità della vita! Per la prima volta ella si rese conto di quanto il sentiero fosse scosceso e quanto delicato il suo piede; per la prima volta ebbe l'impressione sicura di una fatalità che la sospingeva, di una fatalità che l'attirava, e, la sciatasi cadere senza forze sopra una seggiola,, abbandonò il gracile busto sull'orlo del tavolo, nascose la fronte entro le braccia e pianse.

L'onorevole, che temeva di averla offesa con le sue parole, volle avvicinarsi per consolarla; ma Flora si alzò, e uscì dalla stanza senza parlare.

Adriana tornò poco dopo ed entrò nel salotto, portando un grosso mazzo di mughetti, esalanti squisito aroma dalle bianche coppe minuscole.

— Buon giorno, Ri! — ella esclamò gaia mente, apprestandosi ad infilargli nella bottoniera un ramoscello di mughetto.

Senonche Ri le disse, senza preamboli: --- Quello che tu hai fatto oggi è ignomi nioso. Adriana rimase di sasso. — Ignominioso che cosa?

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