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restar lì, magari fino a mezzogiorno, pur di chiacchierare un poco con la signora intorno ai loro piccoli interessi.

— Non so — rispose laconicamente Flora. Dopo un prolungato intervallo di silenzio, Pe nelope, assumendo il tono della più perfetta bo narietà, disse: — La signora mi ha raccontato che loro, lag giù al paese, hanno fatto una bella eredità dopo la morte del vecchio conte. Ne ho avuto piacere, perchè la signora contessa meritava questa for tuna ·-- e nel pronunziare con affettata indiffe renza tali parole, teneva ostinatamente fermi gli occhi grifagni sul viso della fanciulla. Flora sollevò il capo vivamente, rimase coll'un cinetto brandito in aria a guisa di punto inter rogativo, s'imporporò sino alla fronte, sgranò in faccia a Penelope i grandi occhi turchini, dove il pensiero si rifletteva nitido, cerne si riflette un paesaggio nelle trasparenti acque di un lago, e dischiuse le labbra, sul punto di lasciarsi sfug gire una esclamazione di meraviglia e di prote sta; ma fu rapida a trattenersi. Strinse le labbra, chinò lo sguardo, inchiodò il mento sul petto e tornò a raccogliere maglie dal refe con la punta adunca dell'uncinetto. Le mani, le piccole mani bianche e leggere come farfalle, erano scosse da un tremito che la volontà non giungeva a domi nare. Ogni nuova menzogna di sua madre le ca deva sul cuore simile a goccia di piombo fuso, e sua madre mentiva sempre. Penelope aggrottò le sopracciglia folte, mentre i piccoli occhi vividi avevano un balenio d'irosa disillusione. In quella Adriana apparve silenziosamente presso