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Devo chiederti un piacere e sarebbe noioso chiacchierare a quest'ora in mezzo alla strada.
Riccardo accettò la proposta con viva solleci tudine e, senza altre cerimonie, aprì egli stesso il portone con la chiave che teneva in tasca.
Camilla, già rincasata da un pezzo, si presentò mezza discinta e cogli occhi gonfi di sonno. I capelli le ricadevano ai lati della fronte in * rade ciocche scarmigliate e il viso, adesso senza cipria, appariva giallo, disfatto, reso anche più sgrade vole dalla punta di astuzia maligna, non del tutto dissimulata sotto la dolcezza obbligatoria del suo sorriso servile.
Entrarono nel salotto e Adriana si liberò su bito del cappello e della giacca, invitando l'ono revole a fare altrettanto; ma egli rifiutò, osser vando con ostentazione che non valeva la pena di togliersi il pastrano, visto che avrebbe dovuto andarsene via fra pochi minuti.
Camilla fu sollecita a portarsi la mano alla bocca, fingendo di tossire, ma volendo celare in vece il riso beffardo che le parole dell'onorevole avevano provocato in lei.
--- Questa bella bambina casca di sonno. Sa rebbe opportuno, io credo, di mandarla a letto — disse l'onorevole, seguitando a rimanere in piedi, col bastone in una mano e il cappello nel l'altra, come persona che sia sul punto dì pren der congedo.
Adriana, la quale si era distesa sopra una pol trona e teneva le mani intrecciate dietro la testa, soffocò un piccolo sbadiglio, poi disse a Ca milla:
— Accompagna la signorina in camera sua e, dopo, vai pure a coricarti — e si volse con atto