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sala a pianterreno della casa bianca, le sorreg geva il passo vacillante per la recente malattia. E dalla finestra spalancata saliva 1' odore della campagna, e il lembo estremo dell'orizzonte era cosparso di natanti nuvolette rosee, che facevano somigliare il cielo all'aiuola di un giardino in fiore. Perchè non era morta allora? L'avrebbero sepolta nel verde cimitero campestre ed ella ri poserebbe adesso in pace, fra suo padre e suo nonno, cullata dallo stormire degli alberi, che, nel silenzio profondo della notte, bisbigliano fra loro arcane storie e si curvano pietosamente so pra le umili tombe.

— questione di dignità — diceva con alte rezza Adriana --- non posso tollerare che si ar rossisca di me — e si avviò con passo energico verso l'ingresso del negozio.

L'onorevole le si pose a fianco, camminando impettito, accigliato, col cappello tirato sugli occhi, maledicendo in cuor suo i capricci delle femmine.

Flora teneva lor dietro a testa curva, docil mente, simile a povero cagnolino randagio che in un paese pieno d'insidie sia obbligato a se guire le traccie di qualche sconosciuto per non rimanere abbandonato in mezzo alla via.

Appena seduti nella vasta sala luminosa, dove per l'aria vagava un fumo denso di tabacco, e dove le voci, gaie e discrete, formavano un suono confuso e ininterrotto, quale di api ronzanti a sciami entro le celle di un alveare, Adriana di venne dolce più dello zucchero. Era la sua tat tica. Quando aveva vinto, non voleva mai stra vincere, e, dopo la vittoria, si mostrava umile, quasiché avesse ricevuto una sconfitta.

— Ri — era questo il nome che ella dava a