Pagina:Tartufari - Roveto ardente, Roma, Roux, 1905.djvu/162

blicc a testimonio delle proprie debolezze. Egli non ci teneva affatto ad ostentare la parte di vec chio don Giovanni.

Il Gualterio, che guardando vagamente a de stra e a sinistra, aveva fatto le viste di non porre mente al diverbio, trasse di tasca l'orologio d'oro ed esclamò:

— Non farei forse meglio di andare a casa, lasciando liberi questi signori? — e l'alta, po derosa persona, precocemente pingue e dalle spalle arrotondate, disparve senz'altro verso San Silvestro.

L'onorevole rimase alquanto sconcertato dalla diserzione del cavaliere Gualterio, comprendendo che oramai Adriana non avrebbe pili avuto nes · sun ritegno.

Infatti ella disse: — Ci sarebbe da supporre che tu abbia sog gezione di mostrarti in pubblico con me. Se è per la tua medaglietta, rassicurati. Io ne ho portate in giro anche di più autorevoli. — Olii la mia medaglietta non c'entra — escla mò irritato il Montefalco — Ma non vedo perchè si debba fare in piazza quello che si può fare comodamente in casa propria. Tu dovresti essere più seria e renderti conto di certe esigenze — cd egli stesso, nella concitazione, cominciò a dare del tu all'amante, dimenticando il contegno ri servatissimo, mantenuto durante l'intiera giornata al cospetto di Flora. La povera fanciulla tremava e, sotf:> la man tellina, stringeva forte le mani intrecciate, quasi a implorare pietà. Per una immediata rievo cazione, ella si rivide in quel memorando po meriggio di autunno, allorché Germano, nella