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VI.

Ite, missa est — borbottò il parroco e, dopo avere aperte le braccia verso i fedeli con gesto affrettato di congedo, si allontanò, maledicendo santamente il suo gregge, tanto egli era inferocito per la notizia che il Consiglio municipale aveva negato i fondi necessari al restauro della chiesa.

Il chierichetto, di cui la faccia ottusa color terrigno faceva antitesi col candore della cotta, scivolò, barcollò, stette lì lì per cadere presso i gradini dell'altare e fu miracolo se pervenne a tenersi in bilico sulla base degli scarponi ferrati.

Il parroco gli volse un'occhiata bieca e gli lanciò una ingiuria sottovoce, scomparendo nel l'ombra cupa e fredda della sacrestia.

Per l'unica navata della chiesa si udì un rumore confuso di seggiole smosse, di voci pispigliane, di piedi striscianti nell'ultima genuflessione, poi le contadine uscirono a gruppi sul sacrato, dove i giovani si erano già sparpagliati,