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Non è vero. Non è vero!--gridò Germano esasperato, credendo che volessero farlo cadere in qualche tranèllo per istrappargli una confes sione, di cui valersi poi contro quella povera dia vola di Balbina, che egli non amava certo, ma che era dover suo difendere ad ogni costo.

Giovanni, all'aperto, violento diniego del Rosemberg, era balzato in piedi con atto eli furore. Se Germano avesse continuato a mentire, egli era deciso di saltargli al collo e conficcargli le unghie nella carne.

La signora Rosemberg accennò con la mano a Giovanni di quietarsi e, rivolta al nepote, con tinuò, spiccando bene le sillabe.

— La ragazza Tebaldi sta per essere disono rata agli occhi di tutti, e il padre di lei, qui pre sente, chiama te responsabile.

Se una voragine si fosse spalancata a' suoi piedi per inghiottirlo, Germano sarebbe rimasto meno sconvolto e atterrito. Quanto sua nonna asseriva non era possibile!

Il Tebaldi aveva subodorato qualche cosa e giuocava di audacia per venire in chiaro della faccenda e relegare forse in qualche convento la disgraziata Balbina. Il giovane doveva dunque salvare la ragazza, continuando a mentire con accanimento.

— Queste sono menzogne stupide! Io non so niente! La ragazza non sa niente! --· e, dandosi un colpo violento sul cappello per calcarselo bene in testa e alzando la spalla per aggiustarsi le cinghia del fucile, si avviò verso la porta di uscita dopo di avere chiamato a sè il cane con voce imperiosa.

Ma la nonna gli sbarrò il passo e gli si pose