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pra un punto del terreno non ancora tastato. Egli, riacquistando a un tratto la parola e smar rendosi determinatamente per il meandro di quelle frasi, in apparenza sconclusionate, entro cui l'astu zia volpina del campagnolo attenua e smussa la scabrosità di un argomento fastidioso ad esporsi e difficile ad accettarsi, cominciò con eloquio ab bondante:

— Sicuro, Balbina è diventata una ragazzona bianca e rossa come una mela, sana, robusta, al legra e con certe braccia che sembrano colonne. È lavoratrice poi! A lasciarla fare sarebbe ca pace di mettere sossopra il podere! Lei capirà, io stavo tranquillo! Bellezza, salute, voglia di la vorare e quattrini, c'era tutto il necessario per maritarla a modo mio! Cosa ne pensa lei?

La vecchia signora, che lo ascoltava attenta mente, studiandosi di cogliere il pensiero nel vi luppo di quelle frasi, si accingeva a rispondergli con molta circospezione, ma Giovanni non gliene lasciò il tempo e continuò a galoppare per la vasta spianata de' suoi argomenti, avendo oramai scoperta la pista del proprio pensiero, che fino allora gli si era ostinatamente rintanato nel punto più oscuro del cervello.

— Quando, cos'è, cosa non è, la ragazza non mangia, la ragazza non dorme, la ragazza si con suma e si sbianchisce — e dal volto di Giovanni, solcato per ogni verso da fitte rughe, un risolino trapelava, un risolino astuto che, lasciando immo bile la bocca, si appiattava tra ciglio e ciglio, o guizzava rapidissimo dalle pinne irrequiete del piccolo naso camuso.

La signora Rosemberg si era voltata intiera mente, con la persona ancora energica e svelta,