Pagina:Tartufari - Il miracolo, Roma, Romagna, 1909.djvu/91

Passeggi molto, si distragga, faccia frequenti spugnature ghiacce, eviti di rimanere inerte e, sopratutto, lasci il letto appena svegliata. Si attenga alle mie norme e ne ritrarrà sollievo, indubbiamente.

Vanna ripetè a monsignore i consigli ricevuti dal medico, aggiungendo ch'ella non era rimasta troppo persuasa da una simile diagnosi. Monsignore evitò di risponderle, e si licenziò in fretta, acciocchè ella non avesse il tempo di osservargli in fronte un velo fugace di rossore.

Le circostanze erano tali, quando la mattina di Ognissanti, Vanna, dopo la messa delle undici, sostò nel negozietto di Bindo Ranieri per distrarsi un poco. La bottega, silenziosa e piccola, inondata dal sole autunnale, che scintillava sulle cornici dei quadri e sui cristalli delle vetrine, era deserta, nè Vanna se ne stupì. I coniugi Ranieri avevano l'abitudine di abbandonare così il negozio, specie nei giorni di festa, per accudire alle faccende di un modesto stabilimento fotografico. Abitavano di fronte, ed allorchè sentivano rumore nella via, Bindo si faceva a una finestrella del primo piano e se vedeva la faccia di qualche avventore gli gridava:

— Eccomi subito: - e scendeva a precipizio.

Vanna dunque aveva preso in mano una fotografia rappresentante una Madonna di Gentile da Fabriano, e sorrideva fra sè, crollando il capo con tenerezza, nel contemplare il viso tondo del bambino, spirante letizia infantile. Voleva comperare