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libro, di averla osservata dipinta in qualche quadro, e nessuno diceva mai di aver visto il miracolo cogli occhi della sua fronte?
— C'era una volta un devoto servo di Dio - cominciava invariabilmente Domitilla Rosa, nel narrargli le gesta miracolose di santi e di sante.
— C'era una volta la figlia di un re - cominciava invariabilmente Palmina, nel narrargli le avventure meravigliose di maghi e fate. E allora perchè egli commetteva peccato, dubitando dei racconti di Domitilla Rosa e gli si diceva ch'era sciocco se prendeva per vere le favole di Palmina? Perchè il sangue era grondato una volta sola dall'ostia, nelle mani del prete tedesco, e perchè non grondava ogni giorno nelle mani di monsignore, quando monsignore diceva la messa?
A sua volta interrogò Serena:
— Sai tu perchè non c'è nessun altro Corporale macchiato di sangue in tutto il mondo?
Ma Serena non gli dava ascolto, protesa in avanti, con le labbra aguzze, le ciglia inarcate, colma di stupore nel vedere il vescovo, imponente nella sua mitra d'oro, immenso e abbagliante nel suo piviale gemmato, procedere solenne, a mani giunte. Che il vescovo potesse camminare così diritto, così immobile, tenendo il collo eretto, le palpebre ferme, proprio come se fosse di pietra e avesse due rotelle sotto le piante, pareva a Serena una cosa inverosimile e la colmava di meraviglia ammirativa.