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le vecchie gambe sembravano un compasso spalancato e che brandiva in alto la mazza agitandola con gesti di desolazione.
I bimbi, sempre di corsa, arrivarono nella piazza e s'inerpicarono sopra i sedili di pietra, collocati di fronte all'ingresso del Duomo.
Il portale di mezzo, ampio e a tutto sesto, si apriva magnifico di fregi e mosaici, formando cornice alla processione, che, svolgendosi lentamente dall'interno della navata, usciva nel sole come per un'apoteosi, discendeva adagio la gradinata, passava sotto i balconi drappeggiati del palazzo dell'Opera, si snodava per via Soliana, oggi disabitata, una volta forte di torri filippesche, altera di filippesche dimore.
Serena non era contenta. I fratelloni delle confraternite camminavano troppo adagio! Essa avrebbe voluto che le loro cappe rosse, azzurre, bianche, fossero volate via in un turbine, ed altre cappe di altri colori fossero sopraggiunte interminabilmente. Chiese ad Ermanno:
— Perchè gli uomini turchini non corrono? Perchè gli uomini rossi non li spingono per fare più presto?
Ermanno non le rispose; egli rifletteva profondamente al racconto di Domitilla Rosa, udito quasi in sogno la sera prima. Egli si domandava perchè tutt'i fatti meravigliosi accadono sempre in tempi antichissimi e perchè, quando gli si narrava la storia di un miracolo, tutti dicevano di averla sentita raccontare, di averla letta in qualche