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Orvieto le sue origini e per cui Orvieto, da secoli, rinnova costante ogni anno la tradizionale festa degli avi.

Domitilla Rosa cominciò:

— La festa di domani è festa grande; prepariamoci a goderla, celebrando la bontà del Signore - e si raccolse un istante.

Ermanno, seduto in terra, appoggiò la gota sulle ginocchia della madre; Titta e Palmina interruppero le loro faccende dentro il salone, e si avvicinarono cauti per ascoltare Domitilla Rosa che, nella sua umiltà, aveva studiati i grossi libri e che, a giudizio di monsignore, conosceva a meraviglia le andate storie della sua città.

Domitilla Rosa fissò il cielo con occhio estatico e disse:

— Correva l'anno di Cristo milleduecentosessantatre e regnava sul mondo cristiano la santità di Urbano IV.

Un sacerdote tedesco dubitava del mistero della incarnazione nella particola consacrata e piangendo a calde lagrime per il suo dubbio, mormorava con ambascia fra sè:

— Come in questa azìma, che io ho visto intridere, può scendere il corpo del Figliuolo di Dio? Perchè sopra il palato io sento il sapore del grano che la madre terra produce in luogo di sentir il sapore del sangue? Compisci il miracolo, o Signore, confermami nella tua fede e fa che io gusti veracemente della tua carne e che veracemente io mi abbeveri del tuo sangue prezioso! -