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— Sai, Medusa aveva una testolina piena di riccioli. Dicono che i riccioli fossero serpentelli e che la testa facesse impietrare di paura. Io, viceversa, mi sono impietrato di stupore nell'accertarmi adesso a Firenze che per ogni ricciolo c'è una idea assennata e un progetto realizzabile. Desideri che te la saluti?
Pericle Ardenzi abbandonò le metafore.
— Volevo condurla in Persia; mi sarebbe piaciuto vederla alle prese con lo Shah. Oh! sarebbe stato tipo da chiedergli in dono i brillanti del pennacchio.
Ermanno rise di una risata schietta e involontaria, poi tornò accigliato.
— Cosa fa?
— Lavora di arazzi. È meravigliosa; uscita ieri dal guscio è già disinvolta, sicura di sè. Scrive quasi ogni giorno a Bindo Ranieri: non te ne ha parlato?
— Sì, sì - Ermanno rispose con impazienza, e, dopo una pausa, domandò brusco:
— Perchè dunque non la sposi?
— Perchè non mi vuole; anzi, in queste ultime settimane trascorse a Firenze, mi ha pregato di non andarla nemmeno a visitare. La incontravo spesso in via Calzaioli. Indossa una giacchetta di astrakan e un berrettino uguale, piantato di traverso. Vola sempre ed ha sempre la punta del naso rossa per il freddo. Insomma l'avrei volentieri condotta in Persia - e s'interruppe per esclamare: