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assumerà per te la forma di un essere buono, che dispensa vita e la benedice.

Ermanno l'ascoltava esterrefatto, tremando sempre più forte. Di dove le veniva tanta scienza del cuore e tanta lucidezza di mente? Forse dal silenzio dell'ora, dalla trasparenza vasta dell'aria? No, da lui, da Ermanno stesso, dal pensiero di lui che, ora per ora, le aveva illuminato il pensiero; dal cuore gagliardo e animoso di lui, alle cui pulsazioni ella aveva uniformato i battiti del suo vigile cuore d'innamorata.

Egli sentiva questo, ed era sollevato dall'orgoglio, travolto dall'ambascia. Avrebbe voluto fuggire e rimaneva inerte, con le palme appoggiate sull'orlo del muricciuolo; avrebbe voluto rivolgerle parole acerbe d'ira o di scherno, e nemmeno un suono riusciva a trarre dalla gola stretta e arida. S'immersero nel silenzio, interminabilmente, finchè un brividìo appena sensibile scese con fruscìo di ala paurosa pei vertici degli alberi, solcò, leggero come piuma che voli, l'erba dei prati e l'acqua della secchia; l'erba esalò profumi, l'acqua nella sua breve cerchia s'increspò lieve ed ebbe sorrisi.

L'alba si avvicinava, e Villa apparve nel portico, annunziando che i due ceri, consumati, non ardevano più. Serena col gesto indicò il biancore dell'alba; Villa rientrò.

— Fra giorni io tornerò in seminario.

— E io partirò - Serena rispose - andrò a Firenze.