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fasci di luce col taglio luminoso delle sue impulsive espressioni!
— Anche Bindo Ranieri lo sa - ella disse, guardando lontano.
— Cosa? - domandò Ermanno in tono di corruccio.
— Quello che ti ho detto.
— Hai detto un'assurdità.
Serena parlò dolcemente, con la gota appoggiata a una palma.
— Perchè un'assurdità? Io sempre pensavo che tu avresti esercitato la professione del dottore. L'ozio non mi piace, e poi guarire i mali della gente che soffre è opera bella. Allora pensavo che tu avresti esercitato la professione del dottore in una grande città e avresti alleviati molti patimenti! I ricchi ti avrebbero offerto danaro; ai poveri tu avresti offerto cure e medicine. Forse avresti scritto libri utili, cercando l'origine dei mali, e io ti sarei stata sempre accanto. I nostri figli sarebbero andati superbi di te come tu vai superbo de' tuoi avi.
Ermanno tremava. Le parole di Serena gli volavano intorno a guisa di strali e gli si conficcavano dentro le vive carni.
Avrebbe urlato per lo spasimo, avrebbe voluto implorare misericordia da lei che parlava con tanta dolcezza assennata, nella pace della notte lunare.
— Cosa speri? - egli disse con voce aspra.