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La domenica, festa della Natività di Maria Vergine, Domitilla Rosa spirò di buon mattino, mentre sulle cime degli alberi cadevano pulviscoli d'oro e la finestra aperta a oriente brillava nella giocondità dei primi raggi.
Aveva vaneggiato l'intera notte, con balbettìo infantile. Chiamava l'amato, invitandolo a sè con detti misteriosi, e forse l'amato era apparso, col giungere del mattino, e si era mostrato a lei dalla finestra, circonfuso di raggi, simile in volto al sole nascente, che rideva all'estrema linea del cielo. Forse ella aveva veduto, fra un corruschìo di aurate frecce, balenar la gloria di Gesù dolce, Gesù amore, perchè aveva fatto cenno di sollevare le palme e aveva bisbigliato: