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albero che lei vede; le radici s'incontrano e le due piante intristirebbero, non darebbero frutti.

Ermanno si allontanò, scavalcando una siepe.

— Le due piante intristirebbero, non darebbero frutti - egli si ripetè e si dette a riflettere.

Così dell'uomo! Bisogna possedere uno spazio a sè, e che le radici del proprio essere non s'inceppino nelle radici degli altri esseri! Ebbe allora improvvisa, imperiosa la rivelazione dell'io, non già meschino ed angusto, ma libero, ampio, pronto a dar luce e riceverne in uno scambio sempre rinnovato di feconda simpatia umana.

Il tempo gli volava: di buon mattino si metteva in giro e, incontrando un ruscello, v'immergeva le mani; imbattendosi in un vecchio albero che desse ombra, si distendeva sull'erba e contemplava il viluppo delle fronde. Riedificò a proprio modo l'edificio della propria coltura in quelle ore di solitaria meditazione, e rimase attonito quando si accorse che molte delle sue deduzioni somigliavano adesso alle deduzioni semplici di Serena.

Non voleva convenirne, e si arrabbiava, contraddicendola per progetto nei loro dialoghi, allo scopo di contraddire se stesso.

Si vedevano ogni giorno nel pomeriggio, poichè Serena aveva dovuto trasportare la zia in campagna, durante i calori dell'agosto, tanto la povera Domirò si finiva di struggere a guisa di cera, dentro le stanze afose della casetta orvietana. Si nutriva appena di qualche pezzettino di ghiaccio