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foglie morte, ammassate ne' viali, bisbigliavan tra loro, forse scherzando, poichè le cose intorno si mostravano tutte semplici e gaie, i vent'anni del chierico presero ardire, insorsero, si sparpagliarono e lo indussero ad allungar la mano, ad afferrare la coda della comèta ed a fuggire pel giardino, agitando nell'aria il trofeo.

Serena lo rincorreva con alti gridi, e il tripudio le dava ali. Che bellezza, Ermanno giuocava, Ermanno correva!

— Stupido, stupidone! - essa gli gridava - fermati, ridammi il mio cappello.

Ermanno glielo buttò in faccia allo svolto di un viale.

Sull'ingresso della saletta a pianterreno, Vanna guardava il giuoco, commossa per l'allegrezza del caro figliuolo, che le si abbattè sul cuore, e che ella baciò in fronte al cospetto delle rosee nubi e degli alberi.

Che bellezza, Ermanno le tornava piccolo, Ermanno era proprio il suo figliuolo e l'abbracciava e si lasciava baciare!

Bindo Ranieri, più indietro, batteva le mani, ed era così felice che la sua larga faccia appariva più larga, più lustra; ma la felicità è imprudente.

Egli disse:

— Senza la sottana il signor Ermanno potrebbe correre meglio!

Furono parole di gelo: Vanna si rivolse per istinto al figlio con terrore ed il chierico assunse una fisonomia chiusa e rigida, per dire a Bindo Ranieri: