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— Io divido il mondo e la storia in due parti nettissime, egli disse con iracondia. - Prima di Cristo l'errore e la dannazione; dopo Cristo la verità e la salvezza; prima anche i buoni si perdevano irrimediabilmente, dopo anche i malvagi possono riscattarsi e beatificarsi in virtù della grazia e del pentimento.

Allora parlò «madamigella grano di pepe»:

— Senti, Ermanno, questa mi pare una ingiustizia. Sarebbe come se, allorchè io ero tanto piccolina e stupida, zia Domirò avesse rivestito delle sue vesti un brutto fantoccio e, nascosta dietro una cortina, mi avesse lasciato credere che quel fantoccio era lei. Che colpa avrei avuto io se, nell'errore, avessi onorato ed amato il fantoccio, immaginando che fosse zia Domitilla Rosa? Perchè ella non mi si rivelava? Perchè mi lasciava nell'errore e perchè mi avrebbe buttata poi dentro un braciere allo scopo di punirmi di un inganno ordito da lei stessa contro di me?

Bindo, Villa, Vanna, il professore, zia Domirò, perfino don Vitale, si dettero di gusto a ridere, essendo cosa stabilita che ciascuna parola di Serena doveva provocare l'allegria; ma Perile contemplava la signorina con muta ammirazione.

Anche Ermanno la guardava irritato, e ricordava la storia della loro infanzia, quando passeggiavano col vecchio Titta e il sole fuggiva e l'ombra si avanzava.

Serena, allora come oggi, s'impadroniva spensieratamente delle idee, volgeva loro un'occhiata