Pagina:Tartufari - Il miracolo, Roma, Romagna, 1909.djvu/234

gonfiava le gote e le faceva due occhiacci spiritati, madamigella si arrabbiò:

— Perchè vorresti divorarmi cogli occhi, Bindo? Se non si deve più nemmeno ridere, allora... - e s'interruppe a metà della sua frase ardita e si cosparse in volto di rossore nel vedere che Ermanno la guardava, aggrottando le ciglia.

Domitilla Rosa, quasi diafana nella veste tradizionale di seta nera, onusti il petto e le orecchie di gioielli secolari, di cui le ave degli avi si erano ornate, parlò dolcemente con la sua voce lontana in favore della nepote.

— È una piccola farfallina del buon Dio! Vola per volare! Dove si posa non sa - e guardava teneramente in giro, come destata da un sogno, come remota dalla terra, dove passava, sfiorando appena il suolo, tanto ella appariva incorporea nella sua magrezza, tanto il suo ardore inestinguibile verso Gesù dolce, Gesù amore, la teneva sollevata in alto a guisa di quelle sante che, pregando nell'estasi, furon viste dai devoti attoniti, ascendere e rimanere lungamente in orazioni, sospese fra il cielo e la terra. Ma Serena si sentiva umiliata di non essere a quindici anni e otto mesi che una piccola farfallina del buon Dio, e pretendeva agli onori dovuti a una signorina grande e seria; anzi, per questo aveva allungato di propria iniziativa la balza della gonna turchina, alquanto sbiadituccia, che appariva abbellita così di una striscia a zig-zag di colore più acceso.