Pagina:Tartufari - Il miracolo, Roma, Romagna, 1909.djvu/232

umili della sua tenerezza, e ne aveva pianto con monsignore, il quale si era mostrato, anche in quell'occasione, pieno di saggia bontà e previdenza. - È il lavoro faticoso dell'adolescenza, che distrugge per riedificare. Lasciamo in pace il nostro fanciullo. Il suo nobile temperamento non può tradirci. Noi lo ritroveremo il nostro caro Ermanno - così aveva detto monsignore e, presso i diciotto anni, il caro giovane aveva ripreso nel viso e nell'anima la fisonomia schietta della sua infanzia; una fisonomia più sicura, di più ferme linee; ma in cui era facile riconoscere la saldezza orgogliosa e semplice del bimbo che, in altri tempi, offriva nelle sue parole la pura essenza di ogni suo pensiero. Vanna era contenta, oh! molto contenta, e se non abbracciava il figliuolo già ventenne, già presso alla soglia augusta del sacerdozio, in ogni inflessione della voce di lei c'era il fremito di una carezza e in ogni sorriso il desiderio tenero di posargli la bocca sopra la fronte.

Gl'invitati, in piedi, facevano rispettosamente cerchio guardando, ammirando, e Bindo Ranieri manifestò la generale impressione.

— Guardi, signor professore, non le sembrano fratello e sorella nel vederli tutti e due così giovani e somiglianti?

Una voce dal timbro infantile confermò:

— Questo veramente pensavo anch'io. La signora pare sorella di suo figlio.

Vanna arrossì un poco e, tutta grazia nel