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stava bene dentro le pieghe della sottana violacea! Come, i movimenti erano liberi! Come l'animo tornava giocondo! E fu giocondamente, nella sveltezza agile della sua snella andatura, ch'egli attraversò il salotto per recarsi nella veranda a cristalli, di dove giungeva un mormorio di voci.

— Eccomi, mamma - egli disse, avanzandosi verso di lei, che gli si affrettava incontro col viso ridente e le mani protese.

— Ben tornato, Ermanno! Bravo! Bravo! Tutti sono orgogliosi di te. Io non so che dirti! Io sono felice.

Ermanno le prese con gesto affettuoso la mano bianca e se la portò alle labbra.

— Come stai, mamma? - e nella voce una tenerezza protettrice palpitava lievemente, la tenerezza protettrice del figlio che, fatto uomo, vuol difendere colei da cui, bambino, è stato difeso.

— Bene, Ermanno, sto bene e sono contenta di vederti.

E una contentezza limpida le brillava per tutta la persona, vezzosissima ancora; la contentezza di vedersi accanto il figliuolo più alto di lei, simile al caro Gentile mai obliato, nell'alterezza nobile dello sguardo, nell'ampiezza libera della fronte; la contentezza di vederselo nuovamente fiducioso e tenero come quando, bambino, egli non aveva un moto dell'animo, che non volasse a lei con sicuro abbandono. Ella aveva molto sofferto durante gli anni torbidi, allorchè il figliuolo si mostrava ribelle alle sollecitazioni quasi