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pato. Egli era semplice di spirito, perchè semplici erano le parole ed i costumi delle persone con le quali viveva; ma era insieme profondamente riflessivo e terribilmente logico.

Se il babbo si trovava in Purgatorio, allora perchè mai, all’epoca della sua morte, monsignore gli aveva detto che il babbo era andato in Paradiso? Chi mentiva? Monsignore verso il quale tutti mostravano tanto rispetto, o la mamma alla quale egli portava tanta affezione?

Per sincerarsi interrogò ancora:

— Perchè dici che il babbo non è in Paradiso?

— Perchè deve mondarsi l’anima dei peccati commessi. Taci.

Il bimbo tacque; ma frugò più che mai nel proprio pensiero.

Quali peccati il babbo aveva potuto commettere?

Egli se lo ricordava ilare sempre, col viso illuminato di bontà, le mani pronte a soccorrere e ad accarezzare; si ricordava perfettissimamente che, quando il babbo era morto, tutti avevano esclamato con accento di desolazione: «Oh! che buon signore! Che signore benefico è sparito dalla città!» e Titta, il vecchio servo, aveva giurato, piangendo, che sopra la faccia della terra mai era apparso uomo più generoso e più nobile di Gentile Monaldeschi.

Dunque Ermanno disse convinto:

— Il babbo non deve stare in Purgatorio, perchè non commetteva nessun peccato.