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schino di far correre il suo cavallo di legno. Dopo tale circostanza le sue preghiere continuarono ad essere altrettanto frequenti, ma velate da un dubbio inconscio; e quel giorno, diritto accanto alla mamma, chiese con spirito agitato, che l’indomani, festa del Corpus Domini e nono anniversario della sua nascita, gli giungessero da varie parti molti regali. Non sapendo poi più che cosa dire al Signore e vedendo che la mamma rimaneva tuttora in meditazione, egli per distrarsi volle coprir col piede un breve raggio di sole che, entrato per la finestra, brillava sul pavimento; ma, in quella ch’egli credeva di avere coperto il raggio, vide che il raggio era stato pronto subito a coprirgli il piede, sicchè ne prese dispetto e si trastullò ad ammirare gli arredi sacri dentro l’armadio a cristalli; ammirò le cotte di filo guernite di pizzo antico, le stole di seta ricamate in oro, il calice smaltato, la patena a rilievi.
Finalmente si avvicinò alla madre e le disse:
— Io ho pregato tutto.
— Prega ancora, bambino — Vanna rispose, senza nemmeno sollevare il capo, che teneva nascosto tra le palme.
— Ho già domandato le grazie al Signore.
— Domandagli di portare presto in Paradiso l’anima del tuo povero babbo e di toglierlo presto dalle pene del Purgatorio.
Ermanno spalancò gli occhi e rimase preoccu-