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pava, tra le due finestre, un lato della parete ottagonale.
Vanna aveva costume di rimanere assai tempo in orazione, forse perchè si distraeva facilmente e doveva spesso riprendere da capo le sue preghiere.
Dritto in piedi accanto a lei, Ermanno si rivolgeva al Signore Iddio, creatore del cielo e della terra, e gli domandava tante grazie, sapendo benissimo, da bimbo educato religiosamente, che, quando si prega, bisogna sempre domandare al Signore molte cose; ed egli domandava la salute per sè e per la mamma, per parenti, amici e nemici, domandava la bontà, l’ubbidienza, la castità, l’umiltà, implorava per essere adorno di virtù, di cui non conosceva il pregio, e per essere immune da vizi; di cui non conosceva la bruttura; spesso anche implorava qualche favore speciale per conto suo, rimanendo poi indignato e stupito, allorchè il favore non gli veniva concesso, come una volta in cui aveva chiesto con fede cieca di veder correre il suo bel cavallo di legno ed il cavallo si era ostinato a rimanere immobile sopra le quattro zampe.
— Iddio può tutto — gli asseriva Domitilla Rosa — Iddio può far muovere le montagne e parlare le pietre; Iddio può far risorgere i morti e dar vita agli oggetti inanimati!
Questo asseriva Domitilla Rosa, ed Ermanno non sapeva capacitarsi che Iddio, così onnipotente, avesse rifiutato proprio a lui il favore me-