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gradini. Egli si fermò, appoggiò le due mani tremanti al grosso pomo di avorio del bastone e la faccia gli s'increspò in ogni ruga per il cordoglio delle sue altere speranze debellate. Oh! ma allora l'avvenire di Titta diventava scialbo, mentre egli, credendosi forse destinato a vivere gl'innumerevoli anni di Noè, aveva esultato al pensiero di vedersi entrare in casa la sposa di Ermanno, bella, nobile, ricca, ed aveva vagheggiato di portarsi nelle braccia ed accompagnare ai giardini la prole copiosa di una terza generazione.

Espose questo ad Ermanno con parole dove il pianto tremava ed Ermanno lo confortò, promettendogli di tenerselo accanto in processione, quando fosse diventato vescovo.

— Anch'io, anch'io! - Serena gridò fieramente - anch'io voglio starti accanto in processione - e poichè Ermanno le fece osservare con disdegno che le donne devono contentarsi di restare affacciate alle finestre per vedere il vescovo quando passa, madamigella, ferita sul vivo, proclamò orgogliosamente che se Ermanno si poneva in testa la mitria, ella avrebbe domandato un nastro d'oro a zia Domitilla Rosa e se lo sarebbe appuntato in cima al cuffiotto.

Ma questi erano discorsi vani; i discorsi gravi cominciarono da Bindo Ranieri, che Vanna interrogò per avere una idea precisa circa le rette da pagare in seminario e le spese da sostenere nei