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Rosa ch'ella compisse senza sentirsi compenetrata dallo spirito di Dio; in ogni più lieve gesto era incluso un olocausto, in ogni più umile occupazione un ardore di perfettibilità religiosa! E in cambio non chiedeva nulla al suo Signore! Non la felicità in questa vita, non il paradiso nell'altra!

Vanna ammirava Domitilla Rosa, la riguardava già come una santa; ma esse non potevano intendersi. Domitilla Rosa adorava e onorava il Signore in lui, per lui; Vanna lo pregava e voleva placarlo per sè, per la sua beatitudine futura!

Se ella fosse stata sola, avrebbe con gioia sacrificate le sue ricchezze e i restanti anni della sua vita fuggitiva per assicurarsi l'eterno tripudio; avrebbe donate ai poveri le sue cartelle di rendita, avrebbe fatto un ospizio per vecchi infermi della sua villetta e sarebbe scomparsa dal mondo, celandosi tra le mura di un chiostro e coprendosi di saio le membra delicate. Invano il demonio, sotto le spoglie di uno straniero ardente, avrebbe allora picchiato alla porta della sua cella. Vanna, in perpetue orazioni, invocherebbe il soccorso della Vergine e un angiolo scenderebbe a fasciarle il cuore di gelida indifferenza.

Ma c'era Ermanno, il piccolo cherubino, che essa doveva proteggere, di cui essa doveva allietare l'infanzia e tutelare gl'interessi.

— Oh, Ermanno, caro figliuolo mio - gli