Pagina:Tartufari - Il miracolo, Roma, Romagna, 1909.djvu/184

cosa fosse colpevole verso monsignore, sempre indulgente con tutti e così equo. Ma la domenica egli si recò da lei a desinare, come di consueto, e le parlò dell'avvenire di Ermanno con la solita affettuosità protettrice, e con l'acume solito intrattenne di affari Bindo Ranieri, sollecitandolo a realizzare un credito, di cui le garanzie non gli fornivano assoluta sicurezza. Sul punto di licenziarsi le disse:

— Mi sono occupato di lei, signora, e spero di averle trovato una buona guida spirituale; sopratutto zelante. Forse lei giudicherà quel sacerdote un poco severo, ma la severità non nuoce quando è indirizzata a fin di bene. Ne ascolti i consigli con sommessione, e se lo troverà aspro, pensi che anche i profeti erano aspri per la salvezza delle genti fuorviate. Vada lei stessa in Duomo. La maestà di una grande chiesa è più confacente di una cappella privata al sacramento della Confessione.

Vanna accettò con fede cieca e pavida la nuova guida e fu per lei grande sventura.

Il sacerdote, un canonico del Duomo, predicatore e teologo, si appoggiava a ogni parola sopra le citazioni dei Santi padri, e poichè monsignore gli aveva raccomandata in modo particolarissimo la nobile penitente, egli la inquisiva sui dogmi, le rivolgeva interrogazioni capziose, le citava con voce di minaccia le sentenze di sapienti filosofi cristiani, ed opponeva alle timide risposte di lei, balbettate con tremore, le risposte trionfanti dei terribili