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Vanna sospirò e guardò la piazzetta ancora tutta lieta di sole, ma già l'ombra s'inoltrava di sotto l'arcata. L'ombra camminava lentamente, e frattanto un treno fuggiva, volava per campagne e su ponti.
Ieri, mentre l'ombra lambiva quello stesso punto dell'arcata, Vanna era felice; oggi avrebbe voluto morire, nè più assistere dal suo balcone all'eterna vicenda, sulla piazzetta, del sole che arriva e parte, sospinto via dall'ombra, che giunge furtiva e diventa signora. Così nella sua vita. Ogni luce era scomparsa ed ella si trovava fasciata per sempre di solitudine e di melanconia.
— Oh! Domitilla Rosa, Domitilla Rosa - ella mormorò - orribile il mondo è, e io sono tanto sconsolata.
Domitilla Rosa le prese una mano e, senza guardarla, l'intrattenne a lungo in discorsi di pace e di soavità. Era eloquente, trattando di cose divine, Domitilla Rosa!
Le parlò di Gesù Redentore, che aveva cercato nella passione la sua gioia, immolandosi lui, agnello immacolato, per i molti peccati degli uomini, e le parlò delle donne pietose, avvolgenti il corpo santo dentro un sudario di lino, mentre le ferite di lancia, al costato, mandavano odori, i segni dei chiodi nei piedi mandavano raggi. E nonpertanto il mondo perverso si ostinava nelle sue iniquità, e ad ogni ora, a ogni minuto, le piaghe odorose di Cristo tornavano a sanguinare, ed egli, inesauribile di misericordia, offriva quel