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senza abbassarle. Perchè la mamma lo accusava a torto? Ermanno non diceva mai bugie. Egli rifuggiva dalla menzogna come l'oro dalle macchie. Rispose audacemente:
— Il signor Frì era bugiardo. Una volta mi disse che quel giorno non ti aveva veduta e tu invece mi dicesti che ti aveva dato per me la cioccolata.
Vanna credeva d'impazzire. Un abisso nuovo le si spalancava davanti: la coscienza di suo figlio, ch'ella sino a quel punto aveva supposto buia e muta, e che le appariva adesso illuminata da mille ricordi, serbante l'eco di mille impressioni.
— Immediatamente nel cantuccio, col viso contro il muro - essa gl'impose, ed Ermanno ubbidì, avviandosi verso un angolo del salottino, col passo deciso e la fronte altera di un martire che vada al supplizio, forte della sua innocenza, superbo della sua idea. E si ostinò tanto, che rimase a contemplare la parete per oltre un'ora, odiando sempre di più il signor Frì; orgoglioso per la sua improvvisa partenza, come per un trionfo riportato, frugandosi nella memoria per trarne fuori tutte le bugie del signor Frì e ricordandosi che il vecchio Titta alzava in alto il bastone, dietro le spalle del signor professore, quando lo vedeva attraversare la piazzetta.
Serena gli tirò forte una ciocca di capelli e gli disse allegra:
— Vieni, la mamma ti vuol perdonare.
— No, voglio restare sempre qui - il bimbo