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il bimbo disse, alzando il capo con risolutezza. - Perchè oggi è partito il signor Frì - e gli occhi limpidi, trasparenti di candore, si approfondirono pel riflesso di una idea lungamente meditata.

Vanna ebbe paura del figlio e ammutolì; poi, comprendendo che qualche cosa bisognava rispondere, crollò il capo con dolcezza e disse, forzandosi al sorriso:

— Tu sei sciocchino.

— Io sono molto contento che è partito il signor Frì... - cominciò Ermanno, ma cambiò discorso all'improvviso, vedendo Titta che rientrava. Appena il servo fu uscito di nuovo, Ermanno riprese il filo della sua idea al punto preciso in cui l'aveva troncata.

— Così tu non uscirai più sola e resterai con me, quando viene don Vitale. È maligno don Vitale quando tu non ci sei.

Vanna non era accorta, sopratutto era ignara di psicologia infantile. Credè riportare vittoria sulle innocenti accuse ed i sospetti vaghi del piccolino, andando in collera e minacciandolo di castighi. Forse anche, abbandonandosi all'ira, avrebbe alleviato il peso immane del suo cordoglio; e, per la prima volta, si mostrò ingiusta contro il figliuolo.

— Don Vitale ha ragione! Tu sei un bambino cattivissimo. Sei ciarliero, inventi cose false, dici bugie.

Ermanno diventò rosso, ma tenne immote le ciglia